Incursione nel placido territorio friulano: parte 2

La nostra incursione nel territorio friulano continua alla scoperta del territorio a nord di Udine direzione San Daniele. Percorrendo la strada dei castelli che si snoda sinuosa tra dolci colline scopriamo delle vere e proprie perle: il castello di Colloredo di Monte Albano, il castello di Cassacco, quello di Fagagna e Villalta. Per finire poi a San Daniele dove possiamo degustare la specialità del posto: il prosciutto crudo per eccellenza.

La strada dei castelli: alla scoperta di gemme preziose, eredità di un glorioso passato.

Dopo aver percorso strade sinuose tra colline verdeggianti, percorriamo un lungo rettilineo fatto di saliscendi e arriviamo a Colloredo di Monte Albano. In questo luogo tranquillo ha vissuto Ippolito Nievo dove ha trovato ispirazione per le sue opere.

Questo territorio purtroppo è stato flagellato dal terremoto del 1976 che devastò e distrusse un’ampia area di questa regione. Grazie alla ricostruzione è stato possibile riportare questo luogo allo stato attuale e oggi rappresenta non solo la testimonianza di un passato glorioso, ma l’esempio di tenacia e fatica di una popolazione che ha recuperato la sua memoria e la sua identità.

Lo spettacolare castello appartenente alla famiglia Mels resta uno dei più belli del Friuli. Della sua torre si può ammirare un meraviglioso panorama.

Risalente al 1500, è stato completato nel 1800 con la torre dell’Orologio e un nuovo corpo sul lato Ovest. Fa parte del complesso una cappella dedicata all’ Immacolata

Concezione. Nel 1976 l’Ala Ovest, durante il terremoto, a causa del crollo della torre subì gravi lesioni. Solo nel 1992 è stato ultimato il restauro che l’ha riportata al suo vecchio splendore.

Da Colloredo ci dirigiamo verso il castello di Cassacco.

Raggiungiamo questo luogo isolato e quieto e troviamo il castello ancora intatto come in origine. Le due torri quadrangolari si ergono ai lati del corpo centrale e dominano la campagna circostante. Una chiesetta completa questo quadro idilliaco dove ci soffermiamo per fare una pausa rigenerante. Questo castello è legato ad una leggenda, si narra infatti che un cunicolo sotterraneo collegasse il castello con il vicino Castello di Tricesimo. Proseguiamo il nostro tour e sulla strada verso San Daniele facciamo sosta a Fagagna, dove sulla collina a nord del paese si possono ammirare i resti del castello. La parte più antica dei ruderi risale al XII secolo e oggi possiamo solo immaginare il castello che qui si ergeva e che da qui dominava la vallata. Luogo molto suggestivo! 

Sulla strada tra Fagagna e Villalta qualcosa attrae la nostra attenzione. A prima vista sembra una piccola collinetta con un albero su in cima.
In realtà si tratta di una tomba a tumulo risalente all’età del bronzo; si tratta della Tumbulè di Foscjàn, unico monumento funerario di questo genere ancora visibile in queste zone. Questi monumenti funerari erano riservati a personaggi di alto rango.
L’albero in cima alla tomba è un tiglio ritenuto sacro agli antichi Germani e Slavi.

Sempre a Fagagna, nella frazione di Villalta, troviamo l’omonimo castello risalente al XII secolo. L’edificio mantiene ancora la configurazione originaria di opera fortificata e rappresenta il più importante esempio di maniero medievale del Friuli. Il castello è stato più volte assediato e distrutto e poi ricostruito.
Il suo splendore è da attribuire alla doppia cinta muraria, al ponte levatoio, alle torri, ai suggestivi cortili interni.
Un castello veramente affascinante che fa rivivere nella nostra immaginazione la vita di palazzo delle dame e dei cavalieri tra sfarzo, balli e banchetti sontuosi.

San Daniele: una città, una specialità

Il nostro tour finisce a San Daniele. Piccolo borgo adagiato su una collina, ricco di arte e cultura. Qui si trova infatti la biblioteca più antica del Friuli: la Biblioteca Guarneriana, ricca di manoscritti risalenti al ‘400, tra cui spicca le Bibbia Bizantina. Nel centro storico si trova il Duomo di San Michele Arcangelo risalente al 1700. All’interno della chiesa si trovano opere artistiche di notevole pregio come la tela della Santissima Trinità, alcuni bozzetti del Tiepolo e la fonte battesimale del XV secolo. Un edificio molto importante per San Daniele è la casa del trecento, una casa porticata che rappresenta l’ unica struttura rimasta del vecchio borgo medioevale.

Ma ad attrarre i suoi visitatori è per lo più il suo prodotto tipico per eccellenza: il prosciutto crudo. Tutto in questo borgo ci parla infatti di questa specialità conosciuta in tutto il mondo. Una tradizione millenaria che grazie al microclima, alla cura delle persone e naturalmente ad una materia prima eccellente, ha fatto del prosciutto il fiore all’occhiello di San Daniele. I prosciuttifici dislocati in tutta la cittadina ammaliano i visitatori con i loro prosciutti appesi e ai visitatori non resta altro che cedere a queste tentazioni e soffermarsi a degustare questa delizia.

Noi ci fermiamo a “La Casa del Prosciutto“ dove ci arrendiamo davanti alla degustazione di questa prelibatezza.
Il prosciutto ci viene servito in diverse stagionature, dal più delicato al più saporito, ma in ogni caso, sempre caratterizzato dalla sua rinomata dolcezza che appaga ogni nostra papilla gustativa.
Accompagnato da formaggi locali, melone e fichi dolcissimi, sua maestà il prosciutto si eleva al massimo con la sua eleganza, delicatezza e sapidità al tempo stesso.

…e per concludere questa degustazione assaggiamo un’ altra prelibatezza locale: la Gubana. Un dolce semplice di tradizione contadina, il cui gusto viene esaltato imbevendola nell’acquavite locale: lo Slivovitz. 

Provate anche voi questa delizia cliccando qui sulla mia ricetta e lasciatevi trasportare con il suo gusto in questa terra meravigliosa quale è il Friuli.

… E intanto concludiamo così:

“A nord di Udine è la zona dolce del Friuli, la zona collinosa e cara al Nievo dei castelli, ora in gran parte decaduti. Restano coperti d’edera come fondali di pittura, misti alle ville gentilizie più tarde, tra viti, prugni, peri, meli, ciliegi. I contadini qui distillano patriarcalmente l’acquavite più pura; lo stesso prosciutto di San Daniele è collinare, così roseo, e di sapore così dolce”. (Guido Piovene)                                                                                                                                                                                                                                                                                            

 

Ti è piaciuto questo articolo?

Sono Annamaria, blogger appassionata di cucina e viaggi. Scrivimi se lo desideri e seguimi anche sui miei canali social.